19 novembre 2024
Idrocolonterapia: storia, presente e prospettive (prima parte)
L’articolo esplora l’evoluzione dell’idrocolonterapia, dalle origini antiche fino alle moderne applicazioni mediche. L’autore racconta il suo percorso professionale, evidenziando il legame tra intestino, microbiota e sistema immunitario, e anticipando i benefici della pratica.
Autore: Dott. Roberto Barsi
Tipo: Articolo della Settimana
Idrocolonterapia: storia, presente e prospettive (prima parte)
Mi occupo di medicina naturale da più di 30 anni e dal 1997 ho introdotto nella mia pratica quotidiana l'Idrocolonterapia. Oggi, grazie alla nostra ostinazione e alla continua ricerca di risposte scientifiche, abbiamo reso giustizia alla Idrocolonterapia dandole dignità di "pratica medica".
In questa prima parte descrivo il percorso che mi ha portato a scegliere l'Idrocolonterapia come soluzione terapeutica, nella parte seconda mi dedicherò invece alle indicazioni e ai benefici della terapia che ha cambiato la mia vita e quella di molti miei pazienti.
INTRODUZIONE
Spesso i miei pazienti mi chiedono:
"Dottore ma come le è venuto in mente di fare questa pratica?">
Allora cito sempre il mio paziente speciale a cui devo il mio interesse per l'idrocolonterapia (detta ICT) che più di 24 anni fa, pur affetto da una grave patologia, mi chiese, anzi mi implorò, di risolvergli il problema della stitichezza, che per lui era diventato una vera e propria ossessione, nonostante non avesse più un organo integro, in quanto affetto da un melanoma metastatico. Sono passati 22 anni da quel giorno in cui il mio "Special One" ritrovò per qualche ora il sorriso, perché avevamo liberato il suo colon dalle troppe feci e da una devastante aria con una seduta di ICT. Dopo averla provata su me stesso non ebbi più nessun dubbio e da allora ho eseguito più di 15000 sedute di Idrocolonterapia, e la mia soddisfazione più grande rimane sempre quella di far ritrovare il sorriso alle persone affette, affetti da varie patologie, intestinali e non, che molto spesso arrivano alla nostra attenzione sofferenti e scoraggiate da anni di insuccessi e da notevoli spese economiche. La pratica dell'ICT ha integrato la mia attività di medico esperto di Omeopatia e Omotossicologia, ma ha creato anche un ponte di collaborazione con la medicina di urgenza, la gastroenterologia e la chirurgia.
STORIA
Ripeto spesso una frase:
"Non abbiamo inventato nulla">
e a volte dico pure che
"abbiamo fatto la scoperta dell'acqua calda">
In realtà è proprio cosi, se riflettiamo sull'importanza che l'uomo ha sempre dato alla pulizia del colon, pur non conoscendo nulla dell'intestino, ma intuendo che forse una normale evacuazione non era sufficiente per un pieno benessere e che il blocco della funzionalità intestinale potesse essere causa di molti disturbi per l'organismo. La storia dell'ICT nasce quasi sicuramente nell'Antico Egitto, dove intorno al 1500 a.C. si praticavano rudimentali clisteri (papiro di Ebers ritrovato nel 1870). Anche la storia dell'antica Roma e dell'antica Grecia è ricca di riferimenti a pratiche di clisteri, Ippocrate, Galeno, Celso, Avicenna sono medici che nei loro scritti parlavano sempre dell'utilità dei clisteri e delle purghe. Furono i greci stessi a coniare il termine "kolon". A parte il medioevo, epoca di ostracismo religioso verso le pratiche dei lavaggi intestinali, ogni secolo fino ai giorni nostri ha visto svilupparsi un grande interesse per tale metodica. Sembrerebbe di un italiano verso la metà del 1400 l'invenzione del primo strumento di metallo e vetro per eseguire il clistere, ma fu un olandese, il dottor Degraaf, che addirittura pubblicò un trattato, "De Clysteribus", e introdusse due secoli dopo uno strumento che assomiglia di più all'enteroclisma attuale, più sicuro, e che permetteva di eseguire il lavag gio anche da soli.
Con alterne fortune arriviamo ai giorni nostri con l'enteroclisma subacqueo inventato da un medico austriaco ai primi del 1900, in cui l'acqua veniva inserita attraverso una cannula nel paziente che era immerso a sua volta in una vasca piena d'acqua. Le feci quindi uscivano direttamente nell'acqua circostante il paziente, e convogliate via creando un ricircolo continuo dell'acqua. Pare che un vascone simile fu ritrovato all'ultimo piano dell'Istituto di Malattie Infettive e Tropicali del Policlinico Umberto I, ma fu distrutto durante i lavori di ristrutturazione. Insomma, una tale metodi- ca non poteva suscitare grande interesse, per la pericolosità oggettiva legata sia al rischio infettivo, sia a perforazioni rettali legate alle cannule rigide, metalliche dell'epoca. Negli anni '40-50 negli Stati Uniti furono messi a punto apparecchi sempre più sofisticati, dotati di cannule a due vie e di un sistema di raccolta dell'acqua reflua sicuro. E finalmente anche in Europa, dapprima in Germania e Austria, e poi in Italia e Spagna sono stati costruiti moderni apparecchi di ICT, che hanno standard di sicurezza assoluti, sono registrati con marchio curopeo di garanzia, e soprattutto consentono al paziente di effettuare una pulizia del colon senza grossi disturbi, in totale sicurezza, e soprattutto con una possibilità di ripetizione di cicli programmati delle sedute di ICT.
IDROCOLONTERAPIA OGGI
Quando cominciai a interessarmi dell'ICT, l'attenzione della classe medica verso le tema tiche intestinali era rivolta prevalentemente alle patologie infiammatorie e gravi (morbo di Crohn, rettocolite ulcerosa) o alle neoplasic del colon retto. I disturbi come la stitichezza, il colon irritabile, il meteorismo intestinale erano approcciati solo con terapie farmacologiche e comunque venivano catalogati come disturbi psicosomatici.
In ogni caso negli anni 90 l'intestino era ancora definito "tubo digerente" nel quale avvenivano fondamentalmente due funzioni: assorbimento dei nutrienti e smaltimento delle sostanze di rifiuto. Scarse erano le conoscenze in Italia sulla flora intestinale, sul sistema immunitario intestinale e su quello che oggi chiamiamo il sistema nervoso enterico. Per cui, prima di cominciare a trattare i pazienti con l'ICT, ho voluto approfondire le mie conoscenze attraverso la ricerca di studi scientifici svolti nel resto del mondo, riguardanti le tematiche citate e i relativi differenti approcci. Ho potuto constatare che esistevano già numerosi studi scientifici sull'argomento, e molti istituti di ricerca che indagavano su quello che da li a poco sarebbe stato denominato il microbiota intestinale. E ovviamente ho voluto approfondire anche l'aspetto "psico-emozionale" dell'intestino, scoprendo che diversi studiosi di livello mondiale, compresi neurofisiologi e microbiologi, avevano scoperto le numerosissime correlazioni tra il sistema nervoso centrale e l'intestino, dotato anche quest'ultimo di un vero e proprio sistema nervoso, e per questo definito il "secondo cervello".
Inoltre, venni a conoscenza anche dell'enorme importanza dell'intestino come organo immunitario, che oltre ad avere i noti sistemi di controllo come l'appendice, le placche di Peyer e i follicoli linfatici del colon, aveva un vero e proprio sistema linfatico collegato alla sua mucosa denominato GALT(Gut Associated Lymphoid Tissue). II GALT è infatti il più esteso e importante dei sistemi linfatici associati alle mucose perché negli anni successivi è stato scoperto che quasi ogni organo possiede un suo sistema linfatico specifico come la mucosa bronchiale, la mucosa lacrimale, quella salivare, quella della colecisti e dei dotti biliari e pancreatici, e anche quella associata alla ghiandola mammaria. Quindi mi trovavo di fronte ad un organo molto complesso, da ogni punto di vista, un organo con 1 kg di flora batterica, esteso in superficie circa 800 metri quadrati, provvisto di qualche miliardo di cellule nervose e centinaia di neurotrasmettitori e ormoni attivi sulle sue mucose, dove era presente un vero e proprio esercito immunitario. Quindi se volevo inserirmi in questo contesto solo pensando di fare un "semplice" lavaggio con acqua depurata reinserendo probiotici e magari depurando il fegato, avrei preso una grossa cantonata! Credo che già da allora (era il 1997) prendendo in cura persone che avrebbero voluto fare una semplice pulizia intestinale, mi resi conto che avrei dovuto affrontare vari aspetti, tra cui quello nutrizionale, quello dell'eventuale presenza di patogeni, quello di una doverosa opera di prevenzione, e quello della storia psico-emozionale del paziente.